Come già anticipato in un precedente articolo, con la conversione del c.d. Decreto Aiuti bis, diventa definitiva la modifica al Testo Unico dell’edilizia, facendo rientrare l’installazione delle VEPA nell’ambito dell’edilizia libera, fermo restando l’obbligo di rispettare le disposizioni cogenti tuttora in vigore previste dal DPR 380/2001.
Nonostante la norma ha prescirtto determinati vincoli in questi giorni ci sono state numerose reazioni tra gli addetti ai lavori.
In particolare, si teme che la classificazione delle VEPA in edilizia libera possa favorire il diffuso ricorso indiscriminato alle verande, con conseguente degrado dell’area urbana con una forte incidenza negativa sul decoro architettonico dei singoli fabbricati.
Questo, in sintesi, il pensiero espresso da Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPP), il quale, temendo interventi fuori controllo, ha affermato: “Preoccupa, in particolare, il possibile impatto sulla qualità estetica e sul decoro degli edifici con evidenti effetti negativi sull’architettura delle nostre città e, soprattutto, di centri e nuclei storici che la norma non esclude e che, invece, devono assolutamente essere tutelati e preservati”.
Per converso, Vito Chirenti, Presidente nazionale Associazione Italiana Vetrate Panoramiche Amovibili (ASSVEPA), non solo ritiene inesistente il rischio, ma osserva che attraverso l’utilizzo delle VEPA sarà possibile prevenire le infiltrazioni di acque piovane nel pavimento, contenendo al minimo il pericolo di crolli dei solai, consentendo, al tempo stesso, di risparmiare sui costi energetici.