Un autunno da incubo. E non solo per la drammatica congiuntura internazionale che sta interessando sia il fronte Ucraino che il Medio Oriente, ma anche per l’impatto che avrà sulle bollette e sui costi dell’energia.
Il settore energetico torna a essere di nuovo sotto tensione. In un momento delicato come questo, che vede le sorti dell’energia dipendere da un nuovo conflitto (questa volta quello fra Israele ed Hamas in Palestina), che avrà ripercussioni mondiali a livello economico, sociale, religioso e appunto anche energetico, ha dichiarato Cristiano Bilucaglia, Presidente dell’Osservatorio per l’energia Ubroker.
A inizio settembre, l’Osservatorio uBroker sull’energia, aveva pubblicato i risultati delle analisi condotte e le stime sull’andamento dei prezzi di luce e gas per i prossimi due trimestri, l’ultimo del 2023 e il primo del 2024. Ancora ignari del conflitto Mediorientale, i dati parlavano di un rincaro della materia prima sul lungo periodo che avrebbe potuto sfiorare il 60% per il GAS (PSV) e il 35% per l’energia elettrica (PUN).
In seguito al conflitto, questo lungo periodo si è accorciato. l’Osservatorio uBroker sull’energia aveva apprezzato il valore del PSV di ottobre a 36,50 euro/MWh. Queste stime, già al rialzo, sono state di gran lunga superate con mesi di anticipo. Infatti, l’indice PSV ha chiuso settembre con un valore medio di 37,01 euro/MWh e attualmente il PSV di ottobre registra un valore medio di 40,02 euro/MWh.
Confrontando i dati pre e post conflitto e prendendo come riferimento due date, il 6 ottobre (giorno pre-attentati) e la giornata del 16 ottobre, il valore del PSV è passato da 31,15 euro/MWh a 53,20 euro/MWh, registrando una variazione percentuale del +70,79% in poco meno di 10 giorni.
Fonte: comunicato stampa Ubroker.