La Banca Centrale Europea intende dare il buon esempio nella lotta al cambiamento climatico adottando una politica monetaria sostenibile.
In particolare, investirà nelle obbligazioni di società che rispettano gli accordi di Parigi, riducendo invece la quota di obbligazioni di società non altrettanto attente alla questione climatica. Ciò significa che, a mano a mano che scadranno i 344 miliardi di euro di obbligazioni che l’istituto ha acquistato negli ultimi anni, il suo portafoglio diventerà più green. Un indirizzo molto preciso che avrà ripercussioni sull’intero sistema obbligazionario e che dà indicazioni importanti al mercato.
«Il sistema euro decarbonizzerà gradualmente il proprio portafoglio di obbligazioni societarie orientando i rimborsi, che nei prossimi anni dovrebbero superare in media i 30 miliardi l’anno», ha dichiarato la consigliera esecutiva della BCE Isabel Schnabel. Lo scopo di questa condotta, che verrà attuata a partire da ottobre 2022, è di moderare i rischi finanziari legati al clima nel bilancio. Nei prossimi mesi la BCE dovrà chiarire quali sono i criteri e i filtri secondo i quali selezionerà le società virtuose, ma certamente conteranno le loro emissioni di gas serra, il cui azzeramento è l’obiettivo principale di qualunque azione climatica. L’importante è che la metodologia prescelta sia trasparente e inattaccabile, per evitare polemiche e contestazioni.
Entro il 2024, inoltre, l’agenda climatica dell’UE prevede l’imposizione di un tetto all’utilizzo di obbligazioni societarie come garanzia di rifinanziamento del sistema euro se esse rispondono a soggetti con un elevata impronta di carbonio. La prima conseguenza della linea tracciata dalla BCE sarà probabilmente l’aumento della domanda da parte degli investitori tradizionali ed ESG (Environmental, Social and Governance) di obbligazioni emesse da società rispettose degli obiettivi climatici. Un ulteriore incentivo per la costruzione da parte delle aziende di modelli di business sostenibili. Ma il processo sarà naturalmente graduale, perché la Banca possa tenere fede al compito primario di mantenere la stabilità dei prezzi nell’Eurozona.