Eliminata la valutazione d’incidenza ambientale come presupposto per procedere ai lavori.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che da concreta attuazione al più ampio progetto della Next Generation UE, impegna ben 6,70 mln di euro per favorire la transizione digitale e far sì che il Paese possa diventare, a tutti gli effetti, integralmente coperto dalla connessione digitale superveloce, colmando il divario, strutturale e logistico, che ancora penalizza oltremodo le aree più interne e periferiche del territorio nazionale.
La strategia dell’UE recepita dal Governo Italiano.
L’obiettivo dichiarato dell’intera operazione economica, che com’è facilmente intuibile, rappresenta un’importante investimento in termini di risorse economiche e professionali, è quello di assicurare, entro la data di scadenza fissata al 31 dicembre 2026, la connettività alla velocità di un Gigabit al secondo per circa 7mln di indirizzi, intesi come veri e propri numeri civici, in tutta Italia ed, al contempo, la copertura 5G nelle aree del Paese a minor redditività pro capite.
Le indicazioni operative fornite dalla Comunità Europea.
I termini previsti dalla Comunità Europea per fornire l’infrastrutturazione digitale ai cittadini dell’UE, sono, in realtà, più dilatati, posto che la richiamata normativa ha concesso ai singoli Stati membri la possibilità di recepire le indicazioni innovative in oggetto, ossia connettività ultraveloce, banda larga e 5G, sino alla fine del 2030.
Nonostante ciò, il Governo italiano, prima col PNRR e, successivamente, col PNRR 2 ha fortemente anticipato i tempi, prevedendo la realizzazione degli obiettivi indicati entro la fine del 2026, e semplificato le procedure amministrative.
In particolare, grazie all’attività del Dipartimento per la trasformazione digitale, istituito presso il Ministero per l’Innovazione Ecologica e la Transizione Digitale, d’intesa col Dipartimento per la Trasformazione Digitale, è stata ideata e realizzata la “Strategia italiana per la banda ultra-larga. Verso la Gigabit Society”, nota anche come Strategia BUL.
L’occasione fornita dal PNRR, ha, dunque, impresso una decisa accelerazione agli investimenti in ogni settore del digitale, promuovendo sia l’attività edilizia destinata a rendere possibile l’ammodernamento delle vetuste infrastrutture esistenti, sia la formazione professionale, parimenti necessaria per la diffusione capillare e l’effettiva fruizione dei nuovi supporti informatici.
Il Decreto PNRR 2 e le semplificazioni per l’installazione della banda ultra-larga.
Il nuovo Decreto governativo, ultimo in ordine cronologico e temporale, ma non certamente per contenuti e qualità delle proposte innovative contenute, il c.d. PNRR 2, esclude la necessità di acquisire preventivamente la valutazione di incidenza ambientale (VIA) per gli interventi relativi ai lavori di scavo, di lunghezza non superiore ai 200 metri, per la posa in opera di infrastrutture a banda ultra-larga.
In questo modo, l’operatore di rete è tenuto unicamente a comunicare l’inizio dei lavori all’autorità competente, con un preavviso di almeno 30 giorni.
A detta comunicazione, sarà sufficiente allegare un’autodichiarazione, attestante la finalità edificatoria all’implementazione digitale, onde ottenere l’esclusione dalla procedura di valutazione d’incidenza ambientale; una descrizione sintetica dell’intervento ed un’adeguata documentazione fotografica.
Semplificate, dunque, e di molto, le procedure amministrative abilitative al fine specifico di incentivare nel massimo grado la tanto agognata transizione verso le Città intelligenti.