Era nell’aria: già da diverse settimane circolava la voce di un ulteriore rialzo anticipato, senza mezzi termini, dalle dichiarazioni di Christine Lagarde.
Ed infatti così è stato: La Bce ha deciso di alzare i tassi d’interesse di mezzo punto percentuale. L’Istituto centrale, ha specificato che il tasso sui rifinanziamenti principali sale al 3%, quello sui depositi al 2,50% e quello sui prestiti marginali al 3,25%. Inoltre, a causa dell’inflazione ancora troppo elevata, il consiglio direttivo ha anticipato di voler “innalzare i tassi di interesse di altri 50 punti base a marzo, per poi valutare la successiva evoluzione della sua politica monetaria“.
Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Considerando l’importo e la durata media di un mutuo, un rialzo dei tassi di 50 punti percentuali corrisponde, nel caso di un pieno trasferimento sull’Euribor, ad un aumento della rata, per chi ha sottoscritto ora un mutuo a tasso variabile, pari a 36 euro al mese. Una mazzata annua pari a 432 euro”.
A seguito del rialzo Fabio Femiani, Coo idealista/mutui, spiega che: “Il mercato aveva intuito da diverse settimane il rialzo avvenuto oggi nella riunione dell’organismo presieduto da Christine Lagarde, anche se non era ancora completamente scontato“. “Tuttavia, risultano pressocché certi gli annunci di ulteriori nuovi aumenti nelle prossime assemblee, che potrebbero mettere ancora a dura prova l’economia di quelle famiglie con mutui a tasso variabile nei mesi a venire. È possibile che durante il primo semestre di quest’anno il tasso ufficiale di sconto possa raggiungere e forse addirittura superare il 4%, spinta da un livello di inflazione di base che non ci permette di essere troppo ottimisti”.