Secondo l’ultimo rapporto Svimez al Sud a causa del caro energia ci saranno 500mila potenziali nuovi poveri. Dopo il Covid, la guerra in Ucraina, la crisi energetica e l’inflazione impattano su famiglie e imprese e riaprono la forbice con il Nord.
Lo scenario delineato dallo Svimez è allarmante: si delinea una recessione nel 2023, ma solo per il Sud d’Italia. Il prossimo anno il Pil meridionale si contrarrebbe fino a -0,4%, mentre quello del Centro-Nord, pur rimanendo positivo a +0,8%, segnerebbe un forte rallentamento rispetto al 2022. Il dato medio italiano dovrebbe attestarsi invece intorno al +0,5%.
La crisi inflazionistica presenta rischi concreti per la sostenibilità dei bilanci di famiglie e imprese, con effetti più allarmanti nel Mezzogiorno. Saranno le famiglie, a subire maggiormente le conseguenze dei rincari della bolletta energetica e dei beni di prima necessità. Nei i nuclei a reddito più basso, l’incidenza dei costi “incomprimibili” arriva a coprire circa il 70% dei consumi totali. Queste famiglie sono maggiormente concentrate nel Sud Italia.