Per le rinnovabili, l’Italia può attendere. Questo emerge dal report di Legambiente sugli ostacoli che frenano lo sviluppo degli impianti rinnovabili nella nostra nazione.
Insomma, lo sviluppo degli impianti rinnovabili continua ad essere una corsa ad ostacoli a causa delle norme obsolete e frammentate, la lentezza degli iter autorizzativi, gli ostacoli e le lungaggini burocratiche di Regioni e Soprintendenze ai beni culturali i due principali colli di bottiglia dei processi autorizzativi.
Ad oggi ci sono 1364 impianti in lista d’attesa, ossia in fase di verifica di Assoggettabilità a VIA, di valutazione preliminare e di Provvedimento Unico in Materia Ambientale a livello statale. Il 76% distribuito tra Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna.
Nonostante le semplificazioni avviate dall’ex Governo Draghi sono pochissime le autorizzazioni rilasciate dalle Regioni negli ultimi 4 anni.
Nel 2022 solo l’1% dei progetti di impianti fotovoltaici ha ricevuto, infatti, l’autorizzazione. I dati dell’eolico on-shore sono ancora più sconcertanti: con una percentuale di autorizzazioni rilasciate nel 2019 del 6%, del 4% nel 2020, del 1% nel 2021 per arrivare allo 0% nel 2022.
Alla luce di questi dati sconfortanti Legambiente rilancia oggi le sue proposte per accelerare lo sviluppo delle rinnovabili in Italia e l’effettiva realizzazione degli impianti a partiredall’aggiornamento delle Linee Guida per l’autorizzazione dei nuovi impianti ferme al 2010e un riordino delle normative per arrivare, ad un Testo Unico che semplifichi gli iter di autorizzazione degli impianti, definisca in modo univoco ruoli e competenze dei vari organi dello Stato, dia tempi certi alle procedure.