Più freschi d’estate con il ‘cappotto verde’ sugli edifici si riduce di oltre 1 °C la temperatura dell’aria in città. È quanto emerge dal nuovo studio ENEA, pubblicato su Energy and Buildings, che ha valutato l’efficacia di un impiego diffuso di tetti e muri esterni ricoperti di vegetazione contro le isole di calore in zone urbane densamente abitate a Roma e Torino, prendendo in considerazione principalmente una tipica giornata estiva.
I ricercatori ENEA del Dipartimento di Efficienza energetica hanno simulato tre scenari di mitigazione caratterizzati da varie combinazioni di soluzioni green. A Roma, lo scenario più favorevole all’abbattimento delle temperature prevede 12mila m2 di tetti verdi in combinazione con 60mila m2 di facciate verdi, con cui è stata calcolata una riduzione media della temperatura di 0,33 °C, con punte fino a 1,17 °C alle ore 15.
A Torino si è registrata una riduzione della temperatura esterna dell’aria di circa 0,5 °C in due scenari che prevedono rispettivamente 6mila m2 di living wall[1] e altrettanti di facciate verdi sugli edifici. In entrambi i casi le abitazioni si trovavano lungo un ‘canyon urbano’ parallelo alla direzione principale del vento, condizione in grado di dissipare il calore accumulato.
La ricerca ENEA ha evidenziato che durante le ondate di calore, le diverse forme di cappotto green abbiano un’efficacia leggermente inferiore a quella registrata durante una tipica giornata estiva, in quanto questo fenomeno climatico estremo riduce il potenziale di raffrescamento delle piante a causa della chiusura degli stomi, le piccole ‘bocche’ presenti sulle foglie che consentono lo scambio gassoso fra interno ed esterno del vegetale, favorendo in particolare l’entrata di anidride carbonica utilizzata per la fotosintesi e la fuoriuscita di ossigeno e vapore acqueo.
Nel 2016 le aree urbane coprivano quasi 60 milioni di ettari (l’1,29% della superficie terrestre occupata per aree edificate, pascoli e terreni coltivati) e la popolazione urbana era il 54,4% rispetto a quella globale. Ma secondo le stime ONU questa percentuale raggiungerà il 68,36% entro il 2050, comportando ulteriore urbanizzazione che modificherà l’equilibrio termico naturale dando luogo a un ulteriore aumento delle temperature urbane superficiali. Previsioni relative agli scenari di espansione urbana rivelano che, nell’ambito dell’attuale percorso di sviluppo basato sull’utilizzo di combustibili fossili, l’Europa sarà interessata da un ulteriore riscaldamento superficiale medio pari a 0,12 °C in estate entro il 2100.