Uno recente studio pubblicato dal Cnr ha analizzato come le anomalie termiche superficiali estive incidono sulla variazione del valore immobiliare. Nel caso di specie l’analisi è stata effettuata su edifici residenziali di Firenze.
Lo studio pubblicato sulla rivista Sustainability, coordinato dai ricercatori dall’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibe) con il contributo di Ispra, mette in evidenza come le anomalie termiche superficiali urbane, esaltate dal fenomeno delle isole di calore, possono infatti associarsi a un significativo aumento dei costi per il raffreddamento degli ambienti interni, del consumo di acqua e a un generale disagio che incide sensibilmente sulla qualità della vita. Questo aspetto è rilevante soprattutto in Europa, una delle regioni più attraenti al mondo per gli investimenti immobiliari, e ancor più in Italia, dove oltre il 70% della popolazione è proprietaria di abitazioni.
Un altro dato che è emerso è che la temperatura superficiale è sempre più determinante per la valutazione del valore di un immobile residenziale man mano che ci si allontana dal centro storico.
Per i prossimi acquisti sarà quindi necessario valutare anche i futuri deprezzamenti del valore immobiliare dovuti agli effetti del caldo, perchè l’attrattività e il fascino di un edificio residenziale nel centro storico prevarranno sui costi di gestione sempre più elevati necessari per garantire una buona qualità della vita, visto l’aumento delle temperature.