La revisione della Direttiva europea sulle prestazioni energetiche degli edifici si avvicina all’approvazione definitiva. Il 24 gennaio è attesa la discussione e il testo, salvo sorprese, dovrebbe avere il suo prima via libera. Questo significa che quando entrerà in vigore, anche l’Italia dovrà recepirla e per raggiungere gli obiettivi prefissati ovvero zero emissioni entro il 2050.
Il 60% degli italiani saranno chiamati ad avviare una ristrutturazione edilizia già dal 2030.
Il motivo di questo intevernto è chiaro: gli edifici sono responsabili del 40% dei consumi energetici e di quasi il 36% delle emissioni di CO2, quindi è necessario unintervento massiccio sull’intero patrimonio immobiliare.
Dalla lettura della bozza del testo, che ha subito anche delle modifiche, si legge che entro il 2030 tutti gli immobili residenziali debbano essere in classe energetica E. In Italia sono quelle costruite tra gli anni 80-90 e secondo una prima indagine sono circa il 60% dell’intero patrimonio immobiliare. Per passare a questa classe è necessario ridurre i consumi energetici di circa il 25% e per farlo servono interventi mirati tra cui: cappotto termico interno o esterno, sostituzione degli infissi, nuova caldaia a condensazione.
Ma il percorso verso l’obiettivo edificio a zero emissioni continua. Entro il 2033 la direttiva impone poi il passaggio obbligato alla classe D. Sul lungo periodo, nell’arco temporale che va dal 2040 al 2050 so vorrebbe arrivare alle emissioni zero.