Ciò che sta succedendo in questi mesi nel settore dei mutui sta generando un impatto considerevole sull’accesso al credito per le famiglie. Attualmente, si stima che oltre 500.000 contratti di mutuo siano a rischio, con un controvalore di credito che si avvicina ai 60 miliardi di euro. La soglia critica è rappresentata dal superamento del 50%, rapporto tra l’importo della rata e il reddito disponibile della famiglia.
La stretta monetaria promossa dalla Banca Centrale Europea (BCE) si traduce in un aumento dei tassi di interesse sui mutui e prestiti bancari, con un tasso salito dal 4,21% al 4,37%. Questo ha contribuito a un notevole rallentamento nella domanda di nuovi mutui, influenzando direttamente le famiglie. Nonostante ciò, la richiesta di prestiti rimane superiore ai livelli pre-Covid, ma nel complesso si osserva una diminuzione del 3,6% rispetto all’anno precedente per prestiti a imprese e famiglie.
Di fronte a questa situazione, le istituzioni finanziarie stanno cercando soluzioni alternative per supportare le famiglie colpite dall’aumento dei tassi. Le surroghe e le rinegoziazioni dei mutui emergono come risposte flessibili, offrendo la possibilità di adeguare i prestiti alle nuove condizioni di mercato. Le banche stanno proponendo agevolazioni per la rimodulazione delle rate, cercando di rendere sostenibili i mutui nonostante gli aumenti eccezionali dei tassi di interesse.
Inoltre, alcune istituzioni stanno introducendo iniziative innovative, come mutui con scadenze eccezionalmente lunghe, fino a 40 anni. Questa strategia mira a sostenere i giovani precari e sottopagati, consentendo la concessione di mutui a coloro che avranno massimo 75 anni al momento dell’estinzione naturale del prestito.
È cruciale notare che, nonostante queste soluzioni alternative, esistono limiti comuni che possono impedire la surroga, come importi di finanziamento inferiori a 50.000 euro o variazioni negative nella situazione reddituale del mutuatario.